Alcuni studi condotti su specifici effetti fisiologici correlati alle pratiche di consapevolezza Mindfulness , hanno approfondito, nel corso del tempo, come queste possano rivelarsi potenzialmente utili nella gestione di diverse malattie non solo a manifestazione prevalentemente organica, come ad esempio artrite reumatoide, diabete, disturbi cardiovascolari, stress ma anche di natura più marcatamente psicologica come ad esempio ansia, depressione, senso di solitudine e isolamento sociale.

Da tempo è risaputo che la pratica di consapevolezza mindfulness e la meditazione sono in grado di apportare cambiamenti strutturali al cervello, favorire un maggior livello di presenza mentale e diversi studi effettuati con la risonanza magnetica dimostrano come il nostro cervello vada incontro a trasformazione funzionale e strutturale già solo dopo gli 8 incontri previsti dal protocollo MBSR (il Programma di riduzione dello stress basato sulla Mindfulness): l’amigdala, ovvero l’area del cervello coinvolta nella gestione di emozioni come la paura, sembra ridursi di spessore mentre la corteccia pre-frontale, deputata a funzioni di ordine superiore come concentrazione, decisionalità e consapevolezza, si espande e si ispessisce perché comincia a funzionare meglio e in modo più integrato. Concretamente questo significa che, nei meditanti abituali, le risposte ad eventi che possono generare paura o rabbia saranno mediate prevalentemente dalla corteccia prefrontale e quindi saranno più congrue e meno amplificate.

 

Gli studi: la Mindfulness influenza il funzionamento neurovegetativo

Nel 1995 diversi ricercatori (Massion, Teas, Herbert, Wertheimer & Kabat-Zinn, 1995) hanno preso in considerazione le differenze tra un gruppo di donne che hanno seguito corsi MBSR e hanno continuato a meditare regolarmente e un altro gruppo di donne non meditanti, attraverso la misurazione del livello di melatonina . La melatonina è un ormone importante secreto dalla ghiandola pineale e connesso ai cicli sonno/veglia, sembra inoltre implicato in diverse malattie, tra le quali il cancro (Vijayalaxmi, Thomas, Guerrero & Reiter, 2002). Dagli studi emergeva che, nei meditanti, i livelli di metaboliti della melatonina erano più alti rispetto a persone non praticanti, e si ipotizza che questo possa avere implicazioni per la salute in termini di un maggior benessere correlato al ciclo sonno/veglia.

Un altro gruppo di ricercatori (Ditto, Eclache & Goldman, 2006) ha analizzato, in laboratorio, l’impatto di brevi periodi della pratica Mindfulness “body scan” su importanti misure della funzionalità cardiovascolare . In un primo studio 32 studenti universitari sani sono stati assegnati in modo casuale a tre gruppi: il primo praticava il body scan; il secondo praticava il rilassamento muscolare progressivo; il terzo non svolgeva alcuna pratica meditativa o di rilassamento in quanto era in lista di attesa. Gli studenti si cimentavano nella tecnica assegnata in 2 sessioni in laboratorio a distanza di 4 settimane. Gli studenti che hanno praticato il body scan, come pratica di consapevolezza Mindfulness, hanno riportato miglioramenti dell’attività cardiovascolare parasimpatica rispetto alle altre due condizioni sperimentali, mostrando un maggior rilassamento.

In un secondo studio, 30 studenti hanno partecipato a due differenti sessioni in laboratorio dove hanno o praticato il body scan o ascoltato un audio-libro. In questo studio, durante la meditazione, le donne hanno mostrato una maggiore diminuzione della pressione sanguigna diastolica, mentre gli uomini un incremento della gittata cardiaca. Gli autori hanno concluso che esistono sia somiglianze che differenze tra le tecniche meditative e altre attività rilassanti e che, entrambe le circostanze, hanno il potere di influenzare la fisiologia dell'organismo in termini favorevoli al benessere psicofisico.

In un altro studio (Phongsuphap, Pongsupap, Chandanamattha & Lursinsap, in stampa) sono stati coinvolti 35 meditanti esperti della Thailandia a cui è stato misurato il ritmo cardiaco, altra misura prognostica della salute cardiovascolare. I meditanti esperti sono stati confrontati con 70 soggetti scelti come gruppo di controllo. Nell'arco di quattro settimane sono stati registrati i parametri cardiovascolari durante la pratica meditativa per i meditanti esperti e, in periodi di riposo, per i soggetti di controllo. L’analisi delle variazioni delle frequenze cardiache ha evidenziato delle oscillazioni sincrone per certe frequenze specifiche durante la meditazione. Dall'analisi dei risultati emerge che la meditazione migliora l’efficacia dello scambio gassoso nei polmoni e può avere effetti benefici come l’incremento del tono del sistema nervoso parasimpatico (associato alla risposta di rilassamento).

Infine, Davidson e altri (2003) hanno proposto un protocollo MBSR ad alcuni lavoratori sani di una fabbrica di biotecnologie misurando l’impatto dell’intervento sulla produzione dei titoli anticorpali in risposta a una vaccinazione standard per l’influenza, una misura della robustezza del sistema immunitario. L’iniezione del vaccino è stata somministrata alla fine delle 8 settimane del corso MBSR: il gruppo che aveva praticato la Mindfulness ha mostrato livelli significativamente più alti nei valori relativi ai titoli anticorpali in risposta alla vaccinazione, evidenziando una risposta immunitaria più forte.
Queste ricerche, insieme a molte altre, hanno cominciato a sondare i benefici prodotti dagli interventi basati sulla Mindfulness sulle risposte fisiologiche, endocrine e immunitarie ottenendo dei risultati promettenti.